TIPOLOGIA DI DONAZIONI:
01 SANGUE INTERO
02 PLASMAFERESI
03 PLASMAPIASTRINOAFERESI
04 PIASTRINOAFERESI
05 LEUCOAFERESI
06 LA DONAZIONE DI CELLULE STAMINALI DA AFERESI (STAMINOAFERESI)
07 ERITROPLASMAFERESI
08 DOPPI ROSSI IN AFERESI
09 DOPPIE PIASTRINE
10 ROSSI-PIASTRINE
11 MIDOLLO OSSEO
12 CELLULE CORDONALI
01 SANGUE INTERO
E’ d’obbligo iniziare le descrizioni
delle modalità di donazione con la donazione di sangue intero che storicamente
e praticamente rappresenta ancora la maggioranza delle donazioni.
COS’E’ IL SANGUE INTERO?
Si definisce "sangue intero" il sangue prelevato, a scopo
trasfusionale, da un donatore, utilizzando materiale sterile e sacche
contenenti una soluzione anticoagulante. La funzione più importante del sangue
intero è quella di fornire la materia di base per la preparazione degli
emocomponenti.
PROPRIETÀ?
Il sangue intero appena prelevato mantiene tutte le sue proprietà per un
limitato periodo di tempo: 24 ore. Per tale motivo le unità di sangue intero deve
essere considerata esclusivamente come fonte di materiale e non usata, escluso
rarissimi casi, per essere direttamente trasfusa.
In assenza di idonei sostituti del plasma o di emocomponenti, l'uso del sangue
intero può essere utilizzato nella pratica clinica quando sono simultaneamente
presenti deficit di eritrociti e di volume ematico (o volemia).
COSA SI PUO’ OTTENERE DAL SANGUE INTERO?
le unità di sangue intero devono essere “lavorate” con centrifughe refrigerate
in maniera da separare i loro componenti: da una unità di sangue intero è
possibile ottenere:
• globuli rossi concentrati: si ottengono dal sangue intero mediante la
rimozione di parte del plasma, senza ulteriori manipolazioni.
Un tale emocomponente contiene tutti i globuli rossi di partenza, la gran parte
dei leucociti e un contenuto variabile di piastrine, in rapporto alle modalità
di centrifugazione impiegate. Sono utilizzabili entro 45 giorni.
Vengono usati per i soggetti con carenza di emoglobina (anemici).
Vanno conservati ad una temperatura tra +2 e +6 gradi centigradi.
In seguito ad ulteriori lavorazioni, dai globuli rossi concentrati si possono
ottenere:
1. globuli rossi concentrati privi di buffy coat (cioè privi della maggior
parte dei globuli bianchi e delle piastrine), riducendo in tale maniera le
reazioni febbrili dovute ai globuli bianchi; vanno conservati ad una
temperatura tra +2 e +6 gradi centigradi.
Sono utilizzabili entro 45 giorni.
2. globuli rossi concentrati lavati (cioè privi delle proteine presenti nel
plasma): si riducono le reazioni febbrili da eventuale allergia alle proteine;
vengono prodotti appunto per pazienti con problemi di allergia alle proteine
del plasma.
3. globuli rossi concentrati filtrati ( cioè privi di tutti i globuli bianchi):
in questo caso vengono adoperati particolari filtri che trattengono i globuli
bianchi rimasti nelle unità di globuli rossi concentrati. Vengono adoperati nei
pazienti che devono ricevere molte trasfusioni (talassemici, politrasfusi); in tale maniera vengono ridotte o eliminate
del tutto le reazioni febbrili dovute ai globuli bianchi.
4. globuli rossi concentrati filtrati pre-storage: si ottengono utilizzando
particolari filtri per trattenere i globuli bianchi, trattando il sangue ancora
intero e prima della conservazione nelle frigoemoteche. Servono per ridurre
ulteriormente le reazioni di tipo febbrile legate a sostanze liberate dai
globuli bianchi.
• plasma fresco congelato: è il secondo emocomponente prodotto normalmente
dalla lavorazione del sangue intero; è costituito dal plasma che contiene tutti
i fattori della coagulazione e piccole quantità di proteine e albumina. Viene
adoperato per i pazienti con problemi di coagulazione. La quantità di plasma
che si può ottenere da una unità di sangue intero è di circa 250 grammi,
esattamente la metà di quello che si ottiene da una donazione di plasma tramite
aferesi; per questo motivo, per la terapia di pazienti adulti, è meglio
utilizzare unità di plasma ottenute tramite separatore cellulare. Va congelato
entro 3 ore dal prelievo e va conservato a –30 °C: può essere utilizzato entro
6 mesi.
• piastrine da singolo donatore (piastrine random): utilizzando particolari
procedure di centrifugazione, si possono ottenere dal sangue intero anche dei
concentrati di piastrine che vengono definiti random; però, per ottenere una
quantità idonea alla trasfusione di un soggetto adulto, sono necessari 6
concentrati piastrinici random, che espongono il paziente ad un rischio
infettivo e immunologico 6 volte maggiore a quello di un concentrato
piastrinico ottenuto mediante separatore cellulare (vedi sotto:
piastrinoaferesi). Vanno conservate a temperatura ambiente e in agitazione
continua; vanno usate entro 5 giorni dal prelievo ed entro 6 ore dalla
preparazione.
• buffy coat: come abbiamo visto sopra, il buffy coat (cioè globuli bianchi e
piastrine sospese in una piccola quantità di globuli rossi e di plasma)
rappresenta uno scarto della produzione di globuli rossi concentrati; però
anche lo “scarto“ può essere utilizzato; infatti possono essere prodotti (in
situazioni di emergenza e tramite particolari procedure) dei concentrati
piastrinici che hanno le stesse caratteristiche dei concentrati piastrinici
random. Vanno conservati a temperatura ambiente e in agitazione continua; vanno
usati entro 5 giorni dal prelievo ed entro 6 ore dalla preparazione.
CHI PUÒ DONARE SANGUE INTERO?
Tutte le persone sane la cui età è compresa tra i 18 e i 65 anni di età e i cui
test virologici (HBsAg, HIV, HCV, VDRL- vedi sotto) e laboratoristici siano
negativi o nella norma. Inoltre i valori dell’emoglobina (vedi sotto) devono
essere superiori a 13.5 gr/dl per l’uomo e a 12.5 gr/dl per la donna.
QUANTO SANGUE VIENE PRELEVATO?
L’attuale legge prevede un prelievo di 450mL+/-10%.
OGNI QUANTO TEMPO SI PUÒ DONARE IL SANGUE
INTERO?
Secondo la legge italiana possono donare ogni 3 mesi gli uomini e le
donne non in età fertile; ed ogni 6 mesi le donne in età fertile.
QUANTO DURA UNA DONAZIONE DI SANGUE INTERO?
La donazione di sangue intero dura mediamente dai 6 ai 10 minuti; avviene per
caduta dal donatore alla sacca di raccolta che è posizionata in basso rispetto
al donatore. La durata della donazione dipende essenzialmente dal calibro della
vena del donatore.
QUANTO TEMPO IMPIEGA L’ORGANISMO A
RECUPERARE IL SANGUE DONATO?
Il recupero del plasma praticamente avviene entro pochi giorni per quanto
riguarda la parte costituita dalle proteine ed entro poche ore per quanto
riguarda l’acqua (essa rappresenta circa il 93% del plasma). Per quanto
riguarda i globuli rossi, il nostro organismo li produce continuamente (i
globuli rossi hanno una vita media di circa 120 giorni) per cui il recupero
totale avviene entro 7-10 giorni. Però il midollo osseo produce globuli rossi
giovani (neociti) che hanno una maggiore capacità di trasportare ossigeno:
questo fatto compensa rapidamente la ridotta ossigenazione.
In caso di donazione di sangue intero la perdita di piastrine e globuli bianchi
non è significativa.
02 LA PLASMAFERESI
COSA SIGNIFICA PLASMAFERESI ?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare via
dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, la parte non corpuscolata
e cioè il plasma.
QUANTO PLASMA SI DEVE PRELEVARE PER
OTTENERE UNA SACCA VALIDA?
Bisogna prelevare almeno 500 mL di plasma fino ad un massimo di 650 mL,
quantità che normalmente si possono ricavare da due o tre donazioni ordinarie
di sangue intero effettuate da due o tre diversi donatori.
È MEGLIO TRASFONDERE UNA SACCA DI PLASMA DA
AFERESI PRELEVATA DA UN UNICO DONATORE O TRE SACCHE DI PLASMA PRELEVATE IN
SACCA SINGOLA DA TRE DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere il plasma da aferesi da un unico donatore
per i seguenti motivi:
1. Il plasma proviene da un unico donatore senza aggiunta di anticoagulante
nella sacca in quanto meno diluito rispetto al plasma da singola unità standard
2. Il plasma di un unico donatore riduce per il ricevente di due-tre volte il
rischio di trasmissione di malattie infettive rispetto alle due-tre unità di
plasma preparate da singole donazioni di sangue intero.
QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE IL
DONATORE PER POTERE ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI PLASMA IN AFERESI?
Secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno 6 grammi % di
proteinemia, emoglobina superiore a 11,5 gr% nella donna e superiore a 12.5 gr%
nell’uomo.
Il peso deve essere superiore a 50 kg.
Il donatore ideale per la donazione di plasma è rappresentato da un soggetto un
pò anemico o con emoglobina ai limiti inferiori della norma o portatore sano di
talassemia.
La donazione di plasma non riduce ulteriormente le riserve di ferro come accade
invece per la donazione che include anche il prelievo di globuli rossi.
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI PLASMA
CON I SEPARATORI CELLULARI?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal
flusso di sangue che è capace di garantire la vena e dal numero dei globuli
rossi del donatore e quindi dall’ematocrito (cioè il rapporto tra la parte
cellulare e la parte liquida del sangue: tale rapporto normalmente è pari a
circa 45% nei maschi). Pertanto:
tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
tanto più alto è il numero dei globuli rossi tanto più dura la donazione
tanto più basso è l’ematocrito tanto meno dura la donazione.
Il tempo di donazione pertanto può variare da 30 minuti a 60 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE IL PLASMA?
Da un punto di vista del volume ematico il recupero è pressoché immediato,
soprattutto se il donatore viene compensato con infusione di soluzione
fisiologica durante la fase di restituzione delle cellule, o se viene invitato
a bere sia durante che dopo la donazione.
Per quanto riguarda il recupero delle sostanze che si trovano nel plasma il
reintegro totale si ha
per tutte, in tre giorni, con dei tempi un pò diversi per le varie proteine; in
particolare :
fattori della coagulazione e fibrinogeno: recupero in 24 ore
immunoglobuline : recupero in 48 ore
complemento c3: recupero in 48-72 ore
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata o secondo la programmazione della singola Struttura
Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore funziona a fasi alterne: una prima fase in cui preleva il sangue
avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per centrifugazione
di separare le varie cellule, grazie al loro peso specifico, dal plasma; man
mano che la campana si riempie di cellule il plasma viene avviato in una sacca
di raccolta; quando la campana è piena di cellule cessa di girare e di inviare
plasma alla sacca e comincia una seconda fase in cui si interrompe la fase di
prelievo e comincia la fase di reinfusione per la restituzione al donatore di
tutte le cellule per le quali non era stato programmato il prelievo. In questo
caso la reinfusione viene effettuata utilizzando la stessa via di accesso
utilizzata per il prelievo del sangue intero.
Esistono inoltre anche separatori cellulari a flusso continuo che
contemporaneamente permettono il prelievo del sangue intero e la reinfusione
dei globuli rossi: in questo caso è necessario utilizzare due vie di accesso,
una per ogni braccio del donatore.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD–A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
bloccherebbe otturandoli tutti i circuiti e impedendoci qualunque prelievo.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 15 minuti.
Per una plasmaferesi con un separatore a flusso discontinuo occorrono da 2 a 3
cicli per una durata che va da 30 a 45 minuti.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A È DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto
collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione
dei livelli del calcio.
In alcuni casi basta ridurre la velocità di reinfusione. Qualora il disturbo
dovesse prolungarsi per qualche minuto basta somministrare un pò di calcio e
questo piccolissimo fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche
Italiane, una compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
VI SONO FARMACI CHE SE ASSUNTI,
CONTROINDICANO LA DONAZIONE DI PLASMA?
Sì, vi sono farmaci, emoderivati o vaccini che controindicano per un certo
tempo la donazione di plasma così come la donazione del sangue intero per un
certo periodo.
Pertanto bisogna ricordare di dichiarare al medico selezionatore l’assunzione
di qualunque farmaco perché si possa valutare l’opportunità di un eventuale
rinvio della donazione.
OGNI QUANTO TEMPO È POSSIBILE DONARE IL PLASMA?
È possibile donare il plasma in aferesi secondo la legge Italiana ogni 14
giorni ovvero dopo 1 mese dalla donazione di globuli rossi.
03 LA PLASMAPIASTRINOAFERESI
COSA SIGNIFICA PLASMAPIASTRINOAFERESI?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare via
dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, il plasma in una sacca e
le piastrine in un'altra sacca
QUANTE PIASTRINE SI DEVONO PRELEVARE PER
OTTENERE UN CONCENTRATO PIASTRINICO VALIDO?
Bisogna prelevare almeno 2x10e11 piastrine pari a 200 miliardi di piastrine:
tale quantità di piastrine normalmente si possono ricavare da quattro
concentrati piastrinici preparati da quattro donazioni ordinarie in sacca
effettuate da quattro diversi donatori.
Tale quantità di piastrine deve essere sospesa in 250 ml di plasma.
QUANTO PLASMA SI DEVE PRELEVARE IN CORSO DI
UNA PLASMAPIASTRINOAFERESI?
Come in tutte le procedure che prevedono il prelievo di due emocomponenti con
il separatore cellulare non si può superare il volume totale di 650 mL e
pertanto il massimo prelevabile di plasma è di 400mL.
E’ MEGLIO TRASFONDERE UN CONCENTRATO
PIASTRINICO DA AFERESI PRELEVATO DA UN UNICO DONATORE O QUATTRO CONCENTRATI
PRELEVATI IN SACCA SINGOLA DA QUATTRO DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere il concentrato piastrinico da
aferesi da un unico donatore per i seguenti motivi:
1. le piastrine provengono da un unico donatore e sono pertanto
immunologicamente tutte uguali e ciò riduce di quattro volte il rischio di
rigetto
2. le piastrine da aferesi, essendo provenienti da un unico donatore, riducono
per il ricevente di quattro volte il rischio di trasmissione di malattie
infettive rispetto alle quattro piastrine preparate da singole donazioni ordinarie
QUALI PARAMETRI DEVE AVERE IL DONATORE PER
POTERE ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI PLASMAPIASTRINAFERESI?
Eta':18/60 anni
Peso >60 Kg
Secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno:
150.000 piastrine/μL di sangue.
Hb 11,5 gr% nella donna
Hb 12,5 gr% nell'uomo
Valori della coagulazione (PT-PTT) normali alla prima donazione
Protidemia >6 gr%
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI
PIASTRINE?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal
numero delle piastrine del donatore e dall’ematocrito (l’ematocrito è la parte
cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che normalmente è pari al 45%
nei maschi), nonchè dal flusso di sangue che è capace di garantire la vena.
Tanto più alto è il numero delle piastrine tanto meno dura la donazione
Tanto più basso è l’ematocrito tanto meno dura la donazione.
Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
Il tempo di donazione pertanto può variare da 40 minuti a 90 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE LE PIASTRINE?
Le piastrine hanno una vita media di 3-4 giorni ed il recupero
avviene in poche ore.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE IL PLASMA ?
Da un punto di vista di volume sanguigno il recupero è pressoché
immediato, soprattutto se il donatore viene compensato con infusione di
soluzione fisiologica durante la fase di restituzione delle cellule, o se viene
invitato a bere sia durante che dopo la donazione. Per quanto riguarda il
recupero delle sostanze che si trovano nel plasma il reintegro totale si ha per
tutte, in tre giorni, con dei tempi un pò diversi per le varie proteine:
Fattori della coagulazione e fibrinogeno: recupero in 24 ore
Immunoglobuline : recupero in 48 ore
Complemento c3: recupero 48-72 ore
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata o secondo la programmazione della singola Struttura
Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore funziona a fasi alterne: una prima fase in cui preleva il sangue
avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per centrifugazione
di separare le varie cellule, grazie al loro diverso peso specifico; le
piastrine assieme ad un pò di plasma vengono convogliate in una sacca di
raccolta; una seconda fase in cui la campana contenitore essendo piena di
globuli rossi e bianchi si ferma, si interrompe la fase di prelievo e comincia
la fase di reinfusione per la restituzione al donatore delle cellule per le
quali non era stato programmato il prelievo.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
otturerebbe tutti i circuiti impedendoci qualunque prelievo.
In questo caso la reinfusione viene effettuata utilizzando la stessa via di
accesso utilizzata per il prelievo del sangue intero.
Esistono inoltre anche separatori cellulari a flusso continuo che
contemporaneamente permettono il prelievo del sangue intero e la reinfusione
dei globuli rossi: in questo caso è necessario utilizzare due vie di accesso,
una per ogni braccio del donatore.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 10 minuti.
Per una plasmapiastrinoaferesi occorrono da 4 a 6 cicli per una durata che va
da 40 a 60 minuti.
Questa procedura è leggermente più veloce della piastrinoaferesi in quanto si
risparmia un po' di tempo per la mancata reinfusione di plasma che in questo
caso viene raccolto in un'altra sacca e non più restituito al donatore.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A E’ DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto
collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione
dei livelli del calcio.
In alcuni casi basta ridurre la velocità di reinfusione. Qualora il disturbo
dovesse prolungarsi per qualche minuto basta somministrare un pò di calcio e
questo piccolissimo fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche
Italiane, una compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
VI SONO FARMACI CHE SE ASSUNTI,
CONTROINDICANO LA DONAZIONE DI PIASTRINE?
Sì, vi sono farmaci che disattivano le piastrine e non le fanno più funzionare
per un certo periodo.
Il più tipico di questi farmaci è l’aspirina che anche se assunta 7 giorni
prima riduce la funzionalità piastrinica rendendo vana la donazione. Anche i
farmaci antiinfiammatori (FANS) espletano tali effetti.
Pertanto bisogna ricordare di dichiarare al MEDICO SELEZIONATORE l’assunzione
di tali farmaci che,anche se banali, svolgono un’azione che paralizza le
piastrine.
OGNI QUANTO TEMPO E’ POSSIBILE DONARE LE
PIASTRINE?
E’ possibile donare le piastrine secondo la legge italiana 6 volte l’anno e
comunque dopo almeno un mese dalla donazione di sangue intero o quattordici
giorni da un'altra donazione di piastrine.
04 LA PIASTRINOAFERESI
COSA SIGNIFICA PIASTRINOAFERESI?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di
portare via dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, le piastrine.
QUANTE PIASTRINE SI DEVONO PRELEVARE PER
OTTENERE UN CONCENTRATO PIASTRINICO VALIDO?
Bisogna prelevare almeno 3x10e11 pari a 300 miliardi di piastrine che
normalmente si possono ricavare da sei concentrati piastrinici preparati da sei
donazioni ordinarie in sacca effettuate da sei diversi donatori.
E’ MEGLIO TRASFONDERE UN CONCENTRATO
PIASTRINICO DA AFERESI PRELEVATO DA UN UNICO DONATORE O SEI CONCENTRATI
PRELEVATI IN SACCA SINGOLA DA SEI DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere il concentrato piastrinico da
aferesi di un unico donatore per i seguenti motivi:
1. le piastrine provengono da un unico donatore e sono pertanto
immunologicamente tutte uguali e ciò riduce di sei volte il rischio di rigetto
2. le piastrine essendo di un unico donatore riducono per il ricevente di sei
volte il rischio di
trasmissione di malattie infettive rispetto alle sei piastrine preparate da
singole
donazioni ordinarie
QUANTE PIASTRINE DEVE AVERE IL DONATORE PER POTERE
ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI PIASTRINE?
Secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno 150.000 piastrine
per μL di sangue
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI
PIASTRINE CON I SEPARATORI CELLULARI?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal
numero delle piastrine del donatore e dall’ematocrito (l’ematocrito è la parte
cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che normalmente è pari al 45%
nei maschi) nonchè dal flusso di sangue che è capace di garantire la vena.
Tanto più alto è il numero delle piastrine tanto meno dura la donazione
Tanto più basso è l’ematocrito tanto meno dura la donazione.
Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
Il tempo di donazione pertanto può variare da 40 minuti a 90 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE LE PIASTRINE?
Le piastrine hanno una vita media di3-4 giorni ed il recupero avviene in poche
ore.
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata o secondo la programmazione della
singola Struttura Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore funziona a fasi alterne:
una prima fase in cui preleva il sangue avviandolo in un contenitore (campana)
che gira e consente per centrifugazione di separare le varie cellule grazie al
diverso peso specifico che hanno; le piastrine assieme ad un pò di plasma
vengono convogliate in una sacca di raccolta;
una seconda fase in cui la campana contenitore essendo piena di globuli rossi e
bianchi
si ferma, si interrompe la fase di prelievo e comincia la fase di reinfusione
per la restituzione al donatore delle cellule e del plasma per i quali non era
stato programmato il prelievo.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
otturerebbe tutti i circuiti impedendo qualunque prelievo.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 10 minuti.
Per una piastrinoaferesi occorrono da 4 a 6 cicli per una durata che va da 40 a
60 minuti.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A E’ DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto
collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione
dei livelli del calcio.
In alcuni casi basta ridurre la velocità di reinfusione. Qualora il disturbo
dovesse prolungarsi per qualche minuto basta somministrare un pò di calcio e
questo piccolissimo fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche
Italiane, una compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
VI SONO FARMACI CHE SE ASSUNTI,
CONTROINDICANO LA DONAZIONE DI PIASTRINE?
Sì, vi sono farmaci che disattivano le piastrine e non le fanno più funzionare
per un certo periodo.
Il più tipico di questi farmaci è l’aspirina che anche se assunta 7 giorni
prima riduce la funzionalità piastrinica rendendo vana la donazione. Anche i
farmaci antiinfiammatori (FANS) espletano tali effetti.
Pertanto bisogna ricordare di dichiarare al medico selezionatore l’assunzione
di tali farmaci che, anche se banali, svolgono un’azione che disattiva le
piastrine.
OGNI QUANTO TEMPO E’ POSSIBILE DONARE LE
PIASTRINE?
E’ possibile donare le piastrine secondo la legge italiana 6 volte l’anno e
comunque dopo almeno un mese dalla donazione di sangue intero o quattordici
giorni da un'altra donazione di piastrine.
05 LA LEUCOAFERESI
COSA SIGNIFICA LEUCOAFERESI?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare via
dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, i globuli bianchi.
QUANTI GLOBULI BIANCHI SI DEVONO PRELEVARE
PER OTTENERE UN CONCENTRATO VALIDO?
Bisogna prelevare almeno 1x1010 pari a 10 miliardi di globuli
bianchi che normalmente si possono ricavare da sei concentrati di globuli
bianchi preparati da sei donazioni ordinarie in sacca effettuate da sei diversi
donatori.
E’ MEGLIO TRASFONDERE UN CONCENTRATO DI
GLOBULI BIANCHI DA AFERESI PRELEVATO DA UN UNICO DONATORE O SEI CONCENTRATI
PRELEVATI IN SACCA SINGOLA DA SEI DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere il concentrato di globuli
bianchi da aferesi di un unico donatore per i seguenti motivi:
3. i globuli bianchi provengono da un unico donatore e sono pertanto
immunologicamente tutte uguali e ciò riduce di sei volte il rischio di rigetto
4. i globuli bianchi essendo di un unico donatore riducono per il ricevente di
sei volte il rischio di trasmissione di malattie infettive rispetto alle sei
piastrine preparate da singole
donazioni ordinarie
QUANTI GLOBULI BIANCHI DEVE AVERE IL
DONATORE PER POTERE ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI PIASTRINE?
Secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno 6.000 globuli
bianchi per μL di sangue
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI GLOBULI
BIANCHI CON I SEPARATORI CELLULARI?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è
condizionato dal numero dei globuli bianchi del donatore e dall’ematocrito
(l’ematocrito è la parte cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che
normalmente è pari al 45% nei maschi) nonchè dal flusso di sangue che è capace
di garantire la vena.
Tanto più alto è il numero dei globuli bianchi tanto meno dura la donazione
Tanto più basso è l’ematocrito tanto meno dura la donazione.
Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
Il tempo di donazione pertanto può variare da 60 minuti a 90 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE I GLOBULI BIANCHI?
I globuli bianchi vengono recuperati in 8-24 ore.
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata o secondo le necessità delle unità operative
ospedaliere, essendo la donazione di globuli bianchi una tipologia di donazione
con poche, ma specifiche indicazioni terapeutiche. Attualmente la leucoaferesi
viene effettuata in maniera relativamente ridotta.
Le principali indicazioni all’uso terapeutico dei globuli bianchi sono:
• documentata severa infezione batterica non responsiva ad una terapia di 24-48
ore alla terapia con antibiotici in un paziente con severa disfunzione dei
neutrofili o con neutropenia
• documentata severa infezione da funghi (micotica) non responsiva ad una appropriata
terapia in un paziente con severa carenza di globuli bianchi (neutropenia).
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore a flusso discontinuo funziona a fasi alterne:
una prima fase in cui preleva il sangue avviandolo in un contenitore (campana)
che gira e consente per centrifugazione di separare le varie cellule grazie al
diverso peso specifico che hanno; i globuli bianchi assieme ad un pò di plasma
vengono convogliati in una sacca di raccolta;
una seconda fase in cui la campana contenitore essendo piena di globuli rossi
si ferma, si interrompe la fase di prelievo e comincia la fase di reinfusione
per la restituzione al donatore delle cellule e del plasma per i quali non era
stato programmato il prelievo.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
otturerebbe tutti i circuiti impedendo qualunque prelievo.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 10 minuti.
Per una leucoaferesi occorrono da 4 a 6 cicli per una durata che va da 60 a 90
minuti.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A E’ DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto
collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione
dei livelli del calcio.
In alcuni casi basta ridurre la velocità di reinfusione. Qualora il disturbo
dovesse prolungarsi per qualche minuto basta somministrare un pò di calcio e
questo piccolissimo fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche
Italiane, una compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
OCCORRE ASSUMERE FARMACI PRIMA DELLA
PROCEDURA DI LEUCOAFERESI (PREMEDICAZIONE) ?
Sì: per permettere una raccolta adeguata di globuli bianchi occorre
somministrare del cortisone. Tale somministrazione è ben tollerata e permette
di incrementare di 2-3 volte il numero dei globuli bianchi.
OGNI QUANTO TEMPO E’ POSSIBILE DONARE I
GLOBULI BIANCHI?
E’ possibile donare le piastrine secondo la legge italiana 6 volte l’anno, se
al donatore non vengono somministrati farmaci per elevare il numero dei globuli
bianchi (cortisonici); in caso di premeditazione è possibile donare globuli
bianchi 4 volte all’anno.
06 LA DONAZIONE DI CELLULE STAMINALI DA
AFERESI (STAMINOAFERESI)
LE CELLULE STAMINALI O TOTIPOTENTI SONO PRESENTI
ANCHE NEL SANGUE PERIFERICO E SI POSSONO PRELEVARE CON IL SEPARATORE CELLULARE
PER ESSERE POI TRASFUSE A SCOPO TRAPIANTOLOGICO (tale procedura
è eseguibile solo presso le strutture Trasfusionali)
Le cellule staminali da cui traggono origine i globuli rossi, i globuli bianchi
e le piastrine possono essere ottenute sia tramite prelievo di midollo osseo
(che si trova all’interno delle ossa) sia tramite prelievo delle cellule
staminali contenute nel sangue che normalmente circola nell’organismo (sangue periferico).
Già da svariati anni è stato dimostrato che ogni individuo presenta nel sangue
periferico cellule staminali; purtroppo la quantità di queste cellule è molto
bassa (meno dello 0.1% di tutte le cellule), pertanto occorre somministrare
delle sostanze che “spostano” le cellule staminali dal midollo osseo al sangue
periferico (sostanze mobilizzanti). L’utilizzazione di tali sostanze (fattori
di crescita) in donatori di cellule staminali da sangue periferico raccolte
mediante separatore cellulare (staminoaferesi) permette di fornire una
ulteriore possibilità di guarigione per pazienti affetti da malattie
ematologiche, ad esempio leucemie.
L’impiego di donatore sano come fonte di cellule progenitrici comporta da un
lato l’individuazione del tipo e delle dosi ottimali di fattore di crescita da
somministrare e dall’altro impone che ogni Struttura Trasfusionale indichi la
quantità minima di staminali da raccogliere affinché il trapianto abbia la
migliore possibilità di attecchire (tale quantità è fissata in 3-5 milioni di
cellule staminali per kg di peso corporeo del ricevente).
Altrettanto importante è la determinazione del tempo in cui eseguire la
staminoaferesi: la somministrazione dei fattori di crescita infatti determina
un picco di produzione intorno al 5° giorno dalla somministrazione.
LA STRATEGIA DELLA RACCOLTA DELLE CELLULE
STAMINALI DA SANGUE PERIFERICO È PIUTTOSTO COMPLESSA E DEVE RIGUARDARE:
• l’attenta valutazione preliminare del donatore, tramite la
programmazione di accertamenti di laboratorio (emocromo, elettroliti, test di
funzionalità epatica e renale, test della coagulazione) e strumentali
(radiografia del torace, elettrocardiogramma ed eventuale ecocardiografia);
• lo studio degli accessi venosi periferici, per garantire una raccolta
ottimale: infatti, in mancanza di sicuri accessi venosi periferici, caso molto
raro nei donatori di sangue, si impone il posizionamento di particolari aghi;
• lo studio, tramite la citometria a flusso con anticorpi monoclonali, del
numero delle cellule staminali permette di individuare il momento in cui
eseguire l’aferesi.
Inoltre durante la procedura occorre:
• monitorare la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca;
• una procedura ottimale di raccolta deve prevedere la processazione di almeno
due volumi ematici per seduta per una durata complessiva di circa 2-3 ore;
qualora non si sia ottenuta una quantità di cellule staminali ottimale nella
prima procedura sarà necessario eseguire una seconda procedura il giorno
seguente;
• il flusso ematico deve essere costante e sufficiente (35-60 mL/min);
• l’anticoagulante (ACD-A) somministrato deve avere un rapporto di 1 mL per
ogni 10-12 mL di sangue processato per garantire la perfetta anticoagulazione
delle cellule raccolte e la sicurezza per il donatore; per contrastare gli
effetti collaterali da ACD-A è consigliabile somministrare calcio gluconato in
vena durante la procedura quando il donatore avverte formicolii alle labbra.
Per migliorare la raccolta bisogna mettere in atto strategie che limitino l’inquinamento
del prodotto finale da parte di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi in
quanto questi componenti del sangue determinano un minore attecchimento del
trapianto.
Per il donatore si impone inoltre un follow up a lungo termine per verificare
gli effetti della somministrazione del fattore di crescita.
La tecnica di donazione di cellule staminali raccolte da donatori sani mediante
aferesi (staminoaferesi) è una procedura che si è dimostrata sicura e priva di
reali rischi per il donatore.
La procedura con aferesi rispetto a quella tradizionale che utilizza come fonte
le cellule staminli presenti nel midollo osseo è sicuramente meno impegnativa,
infatti quest’ultima non rende necessario il ricovero del donatore e
soprattutto viene evitata l’anestesia generale.
Il vantaggio più importante è quello della riduzione del tempo necessario per
la produzione di piastrine e di globuli bianchi da parte del paziente/ricevente
in quanto le cellule staminali da sangue periferico attecchiscono prima
rispetto a quelle da midollo: questo comporta un minor rischio per il paziente
che, tra l’altro, necessita di un minore supporto trasfusionale post-trapianto.
07 LA ERITROPLASMAFERESI
COSA SIGNIFICA ERITROPLASMAFERESI ?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare via
dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, la parte corpuscolata più
abbondante e cioè i globuli rosssi in una sacca e in un' altra sacca il plasma.
QUANTO PLASMA SI DEVE PRELEVARE PER
OTTENERE UNA SACCA VALIDA?
Bisogna prelevare 400 mL di plasma considerato che con la raccolta di due
emocomponenti non si può superare il volume massimo di 650 ml, tale quantità di
plasma normalmente si può ricavare da due donazioni ordinarie in sacca.
effettuate da due diversi donatori.
QUANTI GLOBULI ROSSI SI POSSONO PRELEVARE
IN CORSO DI UNA ERITROPLASMAFERESI?
Si possono prelevare 250 mL di globuli rossi che sono una quantità
sovrapponibile o lievemente superiore a quella prelevata con una sacca singola
da 450 mL adoperata per la donazione standard.
È MEGLIO TRASFONDERE UNA SACCA DI GLOBULI
ROSSI E IL PLASMA DA AFERESI PRELEVATA DA UN UNICO DONATORE O DUE SACCHE DI
ROSSI E PLASMA PRELEVATE IN SACCA SINGOLA DA DUE DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere il plasma da aferesi e i
globuli rossi prelevati dallo stesso donatore con la stessa procedura aferetica
per i seguenti motivi:
1. il plasma proviene da un unico donatore senza aggiunta di anticoagulante
nella sacca ed è pertanto più efficace in quanto meno diluito rispetto al
plasma da singola unità standard; inoltre la quantità di plama è uguale a due
unità standard riducendo il rischio infettivo del 50%
2. i globuli rossi dello stesso donatore riducono per il ricevente il rischio
di trasmissione di malattie infettive ed immunologico del 50% rispetto a
globuli rossi prelevati ad un altro donatore .
QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE IL
DONATORE PER POTERE ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI ERITRO PLASMAFERESI ?
Secondo i Decreti Ministeriali bisogna possedere i requisiti
previsti per la donazione di sangue interoe cioè: avere un valore di emoglobina
superiore a 12,5 gr% se donna e superiore a 13.5 gr% se uomo; inoltre il peso
dovrà essere superiore a 60 kg.
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI GLOBULI
ROSSI+ PLASMA CON I SEPARATORI CELLULARI?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal
numero dei globuli rossi del donatore e quindi dall’ematocrito (l’ematocrito è
la parte cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che normalmente è
pari al 45% nei maschi) nonché dal flusso di sangue che è capace di garantire
la vena.
Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
Il tempo di donazione pertanto può variare da 25 a 35 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE IL PLASMA ED I GLOBULI ROSSI?
Il volume del sangue viene rapidamente ripristinato, anche in considerazione
del fatto che può essere somministrata soluzione fisiologica durante la
procedura.
Per quanto riguarda i globuli rossi, il nostro organismo li produce
continuamente (i globuli rossi hanno una vita media di circa 120 giorni) per
cui il recupero totale avviene entro 7-10 giorni. Però il midollo osseo produce
globuli rossi giovani (neociti) che hanno una maggiore capacità di trasportare
ossigeno: questo fatto compensa rapidamente la ridotta ossigenazione.
Il recupero del plasma praticamente avviene entro pochi giorni per quanto
riguarda la parte costituita dalle proteine ed entro poche ore per quanto
riguarda l’acqua (essa rappresenta circa il 93% del plasma).
Per quanto riguarda il recupero delle sostanze che si trovano nel plasma il
reintegro totale si ha per tutte, in tre giorni, con dei tempi un pò diversi
per le varie proteine:
Fattori della coagulazione e fibrinogeno: recupero in 24 ore
Immunoglobuline : recupero in 48 ore
Complemento c3: recupero 48-72 ore
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata o secondo la programmazione della singola Struttura
Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore funziona a fasi alterne: una prima fase in cui preleva il sangue
avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per centrifugazione
di separare le varie cellule grazie al loro peso specifico dal plasma; man mano
che la campana si riempie di cellule il plasma viene avviato in una sacca di
raccolta; quando la campana è piena di cellule cessa di girare e di inviare
plasma alla sacca e comincia una seconda fase in cui si interrompe la fase di
prelievo e comincia la fase di reinfusione per la restituzione al donatore di
tutte le cellule per le quali non era stato programmato il prelievo.
Terminata la fase di reinfusione comincia un secondo ciclo alla fine del quale
le cellule presenti nella campana non vengono restituite al donatore, come è
avvenuto nel primo ciclo, ma avviate ad una seconda sacca predisposta proprio
per la raccolta dei globuli rossi.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
otturerebbe tutti i circuiti impedendo qualunque prelievo.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 15 minuti.
Per una Eritroplasmaferesi occorrono 2 cicli per una durata che va dai 25 ai 35
minuti.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A È DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto
collaterale che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione
dei livelli del calcio che può indurre. Qualora il disturbo dovesse prolungarsi
per qualche minuto basta somministrare un pò di calcio e questo piccolissimo
fastidio scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche Italiane, una
compressa di calcio viene somministrata preventivamente.
OGNI QUANTO TEMPO È POSSIBILE DONARE I
GLOBULI ROSSI+ PLASMA IN AFERESI?
È possibile donare globuli rossi e plasma in aferesi secondo la legge Italiana
4 volte l’anno per gli uomini e 2 volte l'anno per le donne in età fertile; in
ogni caso occorre avere un peso superiore a 60 kg.
08 LA ERITROAFERESI (Doppia Unità di Rossi)
COSA SIGNIFICA ERITROAFERESI ?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare
via dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, la parte corpuscolata
più abbondante e cioè i globuli rossi in una sacca o in due sacche separate.
QUANTI GLOBULI ROSSI SI POSSONO PRELEVARE
IN CORSO DI UNA ERITROAFERESI?
Si possono prelevare 400 mL di globuli rossi che sono una quantità
sovrapponibile a quella prelevata con due sacche singole da 450 mL adoperata
per la donazione standard.
È MEGLIO TRASFONDERE UNA SACCA DI GLOBULI
ROSSI DA AFERESI PRELEVATA DA UN UNICO DONATORE O DUE SACCHE DI ROSSI PRELEVATE
IN SACCA SINGOLA DA DUE DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere I globuli rossi prelevati
dallo stesso donatore con la procedura aferetica per i seguenti motivi:
1. i globuli rossi provenienti da un unico donatore vengono prelevati secondo
un preciso programma gestito dal separatore cellulare che consente a fine
procedura di ottenere tutti i concentrati con lo stesso contenuto di
emoglobina; si ottiene dunque un prodotto estremamente standardizzato. rispetto
a quelli prodotti da singole unità standard
2. i globuli rossi da aferesi riducono per il ricevente il rischio di
trasmissione di malattie infettive ed immunologico del 50% rispetto alla stessa
quantità di globuli rossi prelevati da due donatori in sacche standard.
QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE IL
DONATORE PER POTERE ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI ERITRO AFERESI ?
Per poter donare una doppia unità di globuli rossi bisogna possedere
i seguenti requisiti :
Peso corporeo superiore a 70 kg (volume sanguigno superiore a 5 litri)
Emoglobina misurata prima della donazione superiore a 15 gr% con valore di
emoglobina post donazione superiore a 12.5 gr% nell’uomo e superiore a 11.5 gr%
nella donna.
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI GLOBULI
ROSSI IN DOPPIA DOSE CON I SEPARATORI CELLULARI?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è
condizionato dal numero dei globuli rossi del donatore e dall’ematocrito
(l’ematocrito è la parte cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che
normalmente è pari al 45% nei maschi) nonché dal flusso di sangue che è capace
di garantire la vena.
Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
Il tempo di donazione pertanto può variare dai 25 ai 35 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE I GLOBULI ROSSI?
Il recupero avviene normalmente in 14-30giorni circa
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata secondo la programmazione della singola
Struttura Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore funziona a fasi alterne: una prima fase in cui preleva
il sangue avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per
centrifugazione di separare le varie cellule grazie al loro peso specifico dal
plasma; man mano che la campana si riempie di cellule il plasma viene avviato
in una sacca di raccolta; ed i globuli rossi vengono inviati in un'altra sacca
previo lavaggio con soluzione fisiologica per la totale rimozione del plasma.
Una seconda fase in cui il plasma con il buffy coat contenente globuli bianchi
e piastrine viene reinfuso al donatore miscelato con un volume di fisiologica
corrispondente alla quantità di emazie concentrate prelevate.
Il tutto viene ripetuto per un secondo ciclo ed alla fine il separatore invia
automaticamente 180 ml di una sostanza conservante (SAG-M) nella sacca che contiene
i globuli rossi, perché possano essere conservati per 42 giorni a 4 °C in
frigoemoteca.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
otturerebbe tutti i circuiti impedendo qualunque prelievo.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 15 minuti.
Per una Eritroaferesi occorrono 2 cicli per una durata che va dai 25 ai 40
minuti.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A È DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto collaterale
che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione dei livelli
del calcio che può indurre. Qualora il disturbo dovesse prolungarsi per qualche
minuto basta somministrare un pò di calcio e questo piccolissimo fastidio
scomparirà. In alcune realtà trasfusionali, anche Italiane, una compressa di
calcio viene somministrata preventivamente.
OGNI QUANTO TEMPO È POSSIBILE DONARE I
GLOBULI ROSSI IN DOPPIA DOSE IN AFERESI?
È possibile donare una doppia unità di Globuli Rossi 2 volte l’anno per i
donatori con peso superiore a 70 kg.
L'intervallo fra una donazione di eritrociti in aferesi e una donazione di
sangue intero deve essere di almeno sei mesi.
L’intervallo tra una donazione di doppia unità di globuli rossi e un’altra
donazione che non comporta la sottrazione di globuli rossi (plasma, piastrine,
plasmapiastrine) deve essere di almeno trenta giorni.
09 LA DOPPIA PIASTRINAFERESI
COSA SIGNIFICA PIASTRINOAFERESI?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare via
dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, le piastrine.
QUANTE PIASTRINE SI DEVONO PRELEVARE PER
OTTENERE DUE CONCENTRATI PIASTRINICI VALIDI DA UN UNICO DONATORE?
Bisogna prelevare almeno 4x1011 piastrine pari a 400 miliardi di piastrine
fino a un massimo di 6x 1011 che normalmente si possono ricavare da 12
concentrati piastrinici preparati da 12 donazioni ordinarie in sacca effettuate
da 12 diversi donatori.
E’ MEGLIO TRASFONDERE UN CONCENTRATO
PIASTRINICO DA AFERESI PRELEVATO DA UN UNICO DONATORE O SEI CONCENTRATI
PRELEVATI IN SACCA SINGOLA DA SEI DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere il concentrato piastrinico da
aferesi da un unico donatore per i seguenti motivi:
1. le piastrine provengono da un unico donatore e sono pertanto
immunologicamente tutte uguali e ciò riduce di sei volte il rischio di rigetto
2. le piastrine essendo di un unico donatore riducono per il ricevente di sei
volte il rischio di trasmissione di malattie infettive rispetto alle sei piastrine
preparate da singole donazioni ordinarie
3. qualora allo stesso paziente venisse trasfuso anche il doppio prodotto
piastrinico ricavato sempre dalla stessa donazione si ridurrebbero di un
ulteriore 50% gli svantaggi trasfusionali.
QUALI PARAMETRI DEVE AVERE IL DONATORE PER
POTERE ESSERE AMMESSO ALLA DONAZIONE DI DOPPIA PIASTRINOAFERESI?
Secondo i Decreti Ministeriali bisogna avere almeno 250.000 piastrine per
microlitro di sangue.
PT-PTT normali ad un controllo precedente.
QUANTO TEMPO DURA UNA DONAZIONE DI
PIASTRINE DOPPIE CON I SEPARATORI CELLULARI?
Il tempo di donazione non è uguale per tutti in quanto è condizionato dal
numero delle piastrine del donatore e dall’ematocrito (l’ematocrito è la parte
cellulare rispetto alla parte liquida del sangue che normalmente è pari al 45%
nei maschi) nonché dal flusso di sangue che è capace di garantire la vena.
Tanto più alto è il numero delle piastrine tanto meno dura la donazione
Tanto più basso è l’ematocito tanto meno dura la donazione.
Tanto più veloce è il flusso di sangue tanto meno dura la donazione
Il tempo di donazione pertanto può variare da 90 minuti a 120 minuti.
QUANTO TEMPO CI METTE UN DONATORE A
RECUPERARE LE PIASTRINE?
Le piastrine hanno una vita media di 3-4 giorni ed il recupero avviene in poche
ore.
COME VIENE ATTIVATA LA PROCEDURA?
La procedura viene attivata secondo la programmazione della singola Struttura
Trasfusionale in relazione alle caratteristiche del donatore.
COME FUNZIONA UN SEPARATORE A FLUSSO
DISCONTINUO?
Il separatore funziona a fasi alterne: una prima fase in cui preleva il sangue
avviandolo in un contenitore (campana) che gira e consente per centrifugazione
di separare le varie cellule grazie al peso specifico diverso che hanno; le
piastrine assieme ad un pò di plasma vengono convogliate in una sacca di
raccolta; una seconda fase in cui la campana contenitore essendo piena di
globuli rossi e bianchi si ferma, si interrompe la fase di prelievo e comincia
la fase di reinfusione per la restituzione al donatore delle cellule e del
plasma per i quali non era stato programmato il prelievo.
Durante la procedura al donatore viene somministrato un anticoagulante che si
chiama ACD –A che impedisce la coagulazione del sangue che, se si verificasse,
otturerebbe tutti i circuiti impedendoci qualunque prelievo.
L’insieme della prima e della seconda fase costituiscono un ciclo di durata di
circa 10 minuti.
Per una doppia piastrinoaferesi occorrono da 6 a 8 cicli per una durata che va
da 80 a 120 minuti.
Esistono anche separatori a flusso continuo che hanno la necessità di avere due
vie di accesso, una da cui esce il sangue e una attraverso cui il sangue viene
restituito al donatore: in questo caso la durata della donazione è ridotta
rispetto a quella che è necessario utilizzando i separatori a flusso
discontinuo.
LA SOMMINISTRAZIONE DELL’ACD-A E’ DANNOSA?
PROVOCA EFFETTI COLLATERALI?
La somministrazione dell’ACD-A non provoca alcun danno trattandosi
essenzialmente di acido citrico e zucchero destrosio. L’unico effetto collaterale
che può provocare è un formicolio alle labbra dovuto alla riduzione dei livelli
del calcio che può indurre. Qualora il disturbo dovesse prolungarsi per qualche
minuto basta somministrare un po’ di calcio e questo piccolissimo fastidio
scomparirà.
VI SONO FARMACI CHE SE ASSUNTI,
CONTROINDICANO LA DONAZIONE DI PIASTRINE?
Sì, vi sono farmaci che disattivano le piastrine e non le fanno più
funzionare per un certo periodo.
Il più tipico di questi farmaci è l’aspirina che anche se assunta 7 giorni prima
riduce la funzionalità piastrinica rendendo vana la donazione. Anche i farmaci
antiinfiammatori (FANS) espletano tali effetti.
Pertanto bisogna ricordare di dichiarare al medico selezionatore l’assunzione
di tali farmaci che, anche se banali, svolgono un’azione che disattiva le
piastrine.
OGNI QUANTO TEMPO E’ POSSIBILE DONARE LE
DOPPIE PIASTRINE?
E' possibile donare le doppie piastrine secondo la legge Italiana 3 volte
l’anno e comunque dopo almeno un mese dalla donazione di sangue intero o da
un'altra donazione di piastrine..
10 LA ERITROPIASTRINOAFERESI
COSA SIGNIFICA ERITROPIASTRINOAFERESI ?
Afero significa: portare via da ….. Nel caso nostro si tratta di portare via
dal sangue, con l’ausilio di un separatore cellulare, la parte corpuscolata più
abbondante e cioè i globuli rossi in una sacca e in un' altra sacca le
piastrine
QUANTE PIASTRINE SI DEVONO PRELEVARE PER
OTTENERE UN CONCENTRATO PIASTRINICO VALIDO?
Bisogna prelevare almeno 2x1011 piastrine, pari a 200 miliardi di piastrine,
che normalmente si possono ricavare da quattro concentrati piastrinici
preparati da quattro donazioni ordinarie in sacca effettuate da quattro diversi
donatori.
Tale quantità di piastrine deve essere sospesa in 250 mL di plasma.
QUANTI GLOBULI ROSSI SI POSSONO PRELEVARE
IN CORSO DI UNA ERITROPIASTRINAFERESI?
Si possono prelevare 250 mL di globuli rossi che sono una quantità
sovrapponibile o lievemente superiore a quella prelevata con una sacca singola
da 450 mL adoperata per la donazione standard.
È MEGLIO TRASFONDERE UNA SACCA DI GLOBULI ROSSI E PIASTRINE DA AFERESI
PRELEVATA DA UN UNICO DONATORE O DUE SACCHE DI ROSSI E PIASTRINE PRELEVATE IN
SACCA SINGOLA DA DUE DIVERSI DONATORI?
Ovviamente è molto meglio trasfondere le piastrine da aferesi e i globuli
rossi prelevati dallo stesso donatore con la stessa procedura aferetica per i
seguenti motivi:
1. le piastrine provengono da un unico donatore e sono pertanto
immunologicamente tutte uguali e ciò riduce di quattro volte il rischio di
rigetto
2. le piastrine dello stesso donatore riducono per il ricevente il rischio di
trasmissione di malattie infettive rispetto alle quattro piastrine prelevate
preparate da singole donazioni ordinarie
3. i globuli rossi provenienti dallo stesso donatore se trasfusi allo stesso
paziente riducono ulteriormente i rischi immunologici ed infettivi del 50%
rispetto alla trasfusione di globuli rossi prelevati ad un altro donatore.